Respiro, voce e incontro

Nell’era della connessione permanente a internet, dei tablet, dei device sempre più sofisticati e dei social network, ci dimentichiamo di una “luce” ritmica che va e viene nel corpo, di un compagno silenzioso e (si spera) molto fedele: il respiro.

L’aria che entra ed esce dai polmoni può essere oggetto di interesse da parte dell’uomo della strada?  Che banalità, si dirà; cosa ci importa, in fondo? C’è e basta: la si utilizza e finisce lì. Ma siamo sicuri di doverla trascurare? Io sono convinto di no, perché un  piccolo viaggio nel  respiro ci aiuterà a scoprire una parte profonda e imprescindibile di noi stessi, a  connetterci (senza wi-fi questa volta!) con ciò che siamo, fin nei nostri più intimi recessi.  

In fondo, respirare  è la funzione primaria dell’organismo: ragioniamoci un istante anziché scaricare l’ennesima App dalla rete.  Dunque, si incamera ossigeno per far vivere le cellule del nostro corpo e si espelle dal corpo l’anidride carbonica in  eccesso (una sorta di gas di scarico). L’assenza di tale meccanismo si traduce nel passaggio dalla vita terrena all’altro Mondo, cioè si passa dalla vita alla  morte.  Per questo motivo, finché la nostra curiosità ci assiste, forse è il caso di puntualizzare alcuni sintetici aspetti, foss’anche solo per amore del sapere.  

L’inspirazione è una fase attiva, morbida e dolce. Il diaframma si abbassa e massaggia i visceri per far spazio all’espansione polmonare. L’espirazione a riposo è invece una fase completamente passiva, ove il diaframma risale e la gabbia toracica ritorna alla posizione di partenza.

Ma non tutti utilizzano la respirazione in modo corretto.

Il diaframma, il re dei muscoli, l’eroe della respirazione profonda, è sottoutilizzato, a favore di una respirazione toracica, più superficiale.

I logopedisti e gli osteopati sostengono che la sua giusta valorizzazione in termini operativi porterebbe molta più salute nelle nostre case. Inoltre, chi dice respiro, dice voce; chi dice voce, dice anima, spirito, essenza di ciò che si è.

Il respiro è aria sonorizzata dalle corde vocali. In principio era il Verbo, ci dice il primo verso del Vangelo di Giovanni. La voce, strumento meraviglioso tra l’umano e il divino, siamo noi, ci rappresenta nel bene e nel male, quale mezzo col quale comunichiamo col Mondo. Infatti la fonazione è una funzione importantissima che coinvolge in modo diretto o indiretto quasi tutto il corpo.

I muscoli addominali ad esempio influenzano anche muscoli lontani, come quelli del collo.  Parlare è il ponte verso l’altro, verso l’ambiente che ci circonda, Attraverso il parlare affermiamo chi siamo, cosa proviamo dal punto di vista emotivo, cosa vogliamo, cosa desideriamo dare e ricevere.

La voce è quindi un potente mezzo anche per esprimere sentimenti, tra cui le paure. Le emozioni  si annidano (come un centro di energia) nei muscoli dell’addome e nel plesso solare (collocato al di sotto del diaframma).

Alzi la mano chi non ha mai avuto paura di parlare in pubblico, chi non abbia avuto esitazioni almeno una volta nella vita, o angosce nel parlare in alcune situazioni.

Ci sono poi problemi delicati e specifici, come la balbuzie, che esprimono conflitti profondi e ambivalenti utilizzando il linguaggio come “messaggero” di disperate  richieste affettive e come mancata accettazione di un certo tipo di realtà esterna.

In Italia il fenomeno (di natura psicologica e relazionale) è preda di un business scandaloso da parte di fantomatici guaritori che promettono miracoli in due settimane, senza nulla capire né del sintomo né della causa.  

Per quanto mi riguarda, ho conosciuto dei professionisti seri a Roma (Giacinto Piunno) e a Milano (Enrico Caruso) che, senza atteggiarsi a “maghi”, aiutano le persone a risalire la china e a liberarsi della loro difficoltà.

Ma i problemi psicologici legati alla voce sono tantissimi: ad esempio l’esporsi al public speaking da parte dei professionisti (conferenzieri, dirigenti etc..). Negli Stati uniti è un dramma: le persone  sono terrorizzate dal parlare davanti agli altri. Da noi, va un pochino meglio, dato che a scuola i ragazzi vengono interrogati spesso.

Insomma, la voce intesa come croce e delizia, crocevia del nostro essere e fiore che merita di sbocciare in ognuno di noi,  attraverso l’amore e l’accettazione, per realizzare pienamente ciò che siamo, aprendosi all’altro, senza temerne il confronto, affinché il rapporto con l’interlocutore sia fonte di gioia e di scoperta, e non di pericolo.

Andrea Scotto – Andrea Scotto Giornalista, editore, avvocato, narratore, imprenditore, viaggiatore e traduttore. Dal 2006 al 2017 ha pubblicato in proprio una rivista di diritto amministrativo in versione cartacea e online. Info: https://voicesearch.travel/author/andrea-scotto/

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